Gnatologia

gnatologiaLa Gnatologia, il cui nome deriva dalla parola  greca “gnathòs”, che significa mandibola, si occupa del legame funzionale tra i denti e i movimenti della mandibola, e coinvolge i muscoli facciali, le articolazioni temporo mandibolari e l’intera postura della persona.

Capita di frequente che ci si rivolga al dentista (magari a seguito di altre visite) per problemi di dolore muscolare, come quelli a livello della zona cervicale, oppure per frequenti mal di testa, o ancora, sintomi dolorosi nella funzione masticatoria (dolore ad aprire o chiudere la bocca).

Perchè fare una visita gnatologica?

Lo specialista in Gnatologia ha competenze specifiche rispetto al funzionamento delle articolazioni temporo mandibolari e nella fattispecie nei cosidetti DTM – Disordini Temporo Mandibolari e quindi tutte quelle disfunzioni delle strutture correlate alla mandibola come i muscoli facciali, le articolazioni e i muscoli masticatori.

La mandibola è l’unica articolazione del nostro corpo ad essere doppia: la sua funzione centrale nella masticazione e in tutte le attività dinamiche e statiche che coinvolgono la nostra bocca la rendono una parte essenziale per l’intero bilanciamento posturale di tutto il corpo.

Sono più di 450 milioni di persone nel mondo, prevalentemente di sesso femminile (rapporto femmine: maschi= 3:1) che soffrono di disturbi gnatologici tanto da essere, questi,  la più comune causa di dolore non-dentale nella regione orofacciale.

Una diagnosi gnatologica preliminare permette di stabilire con precisione le condizioni delle articolazioni, individuarne i malfunzionamenti e valutare gli eventuali interventi correttivi per il ripristino della corretta funzionalità anche in sinergia con altri specialisti come ad esempio neurologi e fisioterapisti.

Quando rivolgersi allo gnatologo?

Occorre rivolgersi ad uno gnatologo in presenza di disturbi temporo mandibolari che possono essere determinati dalla correlazione di diversi fattori:

  • Fattore occlusale e scheletrico (cross-bite, mandibola retroposizionata, asimmetria dento-scheletrica, etc)
  • Parafunzioni (bruxismo, digrignamento, serramento, onicofagia, chewing-gum, etc)
  • Micro- o macro-traumi (colpo di frusta, trauma maxillo-facciale, frattura condilare, etc)
  • Fattore posturale

 

Quali sono i sintomi del DTM – Disordini Temporo Mandibolare?

I disordini temporo mandibolari e il conseguente dolore associato possono essere determinati da vari fattori e possono corrispondere a diverse sintomatologie e manifestazioni dolorose.

Qualche esempio:

  • Dolore localizzato o irradiato a livello oro-faciale, dei muscoli masticatori o delle articolazioni mandibolari
  • Rumori a livello mandibolare come: click, scrosci o crepitii
  • Dolore e/o difficoltà alla masticazione o alle altre funzioni orali
  • Limitazioni della funzione mandibolare
    (Blocco ad aprire o chiudere la bocca)
  • Indolenzimento a livello dentale come serramento, bruxismo, digrignamento, etc
  • Acufeni, tinnitus e/o sensazione di ovattamento delle orecchie
    Vertigini
  • Cefalea muscolo-tensiva

Molto spesso nei pazienti è possibile che questi sintomi siano da attribuire alla presenza concomitante di altre patologie quali ad esempio fibromialgia, artrite reumatoide, sindrome del trigemino, emicrania o altre forme di cefalea o problemi cervicali.

 

Come si svolge una visita gnatologica?

La prima visita ha la durata di circa un’ora, durante la quale lo specialista deve essere in grado di ricostruire la storia e il quadro clinico del paziente e individuare le cause del dolore o del disturbo manifestato.

Solo un approfondito inquadramento del problema e una corretta diagnosi permettono di adottare una idonea terapia: non è applicando subito un bite, senza aver effettuato una visita approfondita, che si può risolvere il problema.

Si deve raggiungere una diagnosi approfondita per poter stabilire un piano terapeutico.

Molto spesso la terapia dei disordini temporo-mandibolare consiste infatti nello spiegare al paziente a cosa sono dovuti i disturbi e fornendo alcuni consigli comportamentali (es. evitare di aprire eccessivamente la bocca, di masticare chewing-gum, di mordicchiare oggetti o unghie, cambiare la posizione assunta davanti al computer o quando dorme) per evitare il perpetuarsi dei sintomi (terapia cognitivo-comportamentale).

In altri casi sarà consigliato un piano terapeutico a medio lungo periodo, farmacologico o con strumenti a supporto, come bite o similari.